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Come gia’ ci aspettavamo, la “gosth” town in entrata del Glacier, è totalmente disabitata e blindata come in attesa di un tornado!

Tutte le finestre dei locali sono piombate con compensati avvitati alle pareti! Avete presente quando si vede in televisione le immagini della florida in attesa di uragani? Ecco, simile!

Ovviamente il centro visitatori lo è altrettanto.

La strada per il passo è chiusa a poche miglia, nella zona soffia un vento sul lago che arrivera’ sicuramente oltre i 45 nodi.

Ci avventuriamo quindi in questo paesaggio lunare, almeno per quanto riguarda la meteo… Arrivati in fondo ritorniamo verso il confine canadese, è a pochissime miglia.

Recuperiamo la moto di Mauro e in pochissimi minuti siamo al border.

Siamo pronti a tutto… Le macchine sono negli stati uniti da ormai tre anni… voci danno che l’importazione momentanea è limitata a un anno… Poi la pandemia e tutto il resto ci hanno inchiodato a casa.

Io ho sempre il problema del mio ESTA invalidato dalla mia visita in Somalia… Il Canada dicono essere rigido e impassabile!

Vabbè, a breve lo saprete!

Vedo la bandiera canadese e gia’ capisco che dobbiamo trovare quella americana prima!

Torno indietro tra posti di controllo totalmente inattesi, nel senso che non cè nessuno! Cavoli ma abbiamo bisogno di un visto di uscita! Mica mi posso fiondare in Canada cosi’. In chile saltammo una dogana e cci costo’ un giorno di sterrati su e giu’ a 4000 metri di quota!

Finalmente troviamo una porta dove sembrano esserci delle luci: si, dai che qui qualcuno ci parla.

In effetti cè un ufficiale, spiego che stiamo uscendo dagli Stati Uniti, con le nostre macchine… Altrettanto gentilmente ci fa capire di girare i tacchi e andare in Canada! Si irrigidisce solo quando Enrico arriva con una valigia nera e la piazza sopra al passadocumenti!

Minchia anche te’. Aveva ben due armi, non una!

Comunque scherzi a parte, il controllo finisce li! Cioe’ nessun controllo, nessun timbro, il nulla. Non siamo esistiti.

Canada border.

Fermiamo la land a una sbarra e scatta la foto della targa, l’ufficiale al picchetto, donna, comincia a farmi le solite domende di routine… spiego il nostro giro intorno al mondo, ci inserisco anche la guerra in Ucraina, l’inverno sta arrivando… tutt’intorno abbiamo gia’ un po’ di neve, mi scrive su un foglietto 8/12 mesi di permanenza!

Beh, tutto qua’? tutto sto terrorismo per nulla.

Andate all’immigration, ci dice.

Nuovo ufficio, nuovo ufficiale. Anche lui estremamente gentile, guarda i passaporti, chiede, timbra senza nemmeno guardare una foto, niente scan… niente ESTA o cosa.

Ci augura buon viaggio e tanti saluti!

Resta da capire se quei foglietti e le foto sono collegate al passaporto… se esco dallo stato senza macchina, mi massacrano? e chi lo puo’ sapere.

Tornano le misure metriche! km/h, km, litri. Qualche scritta in francese.

200 km e saremo a Calgary… Un viaggio infinito in mezzo a stati e popoli diversi, agli antipodi… abbiamo percorso solo nelle americhe, oltre 60.000km, quasi due volte la circonferenza del nostro pianeta!

Tanta roba.

Visitiamo un paio di storage prima di arrivare nella metrolpoli, il piu’ è fatto: siamo in Canada!

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