Montana, ancora…
Lo scrivevo che è luuuungo!
Comunque, questa mattina tutto coperto e la temperaura è scesa a -4!
Per fortuna che ho riparato a dovere l’eberspacher, ieri ho pure riposizionato la pompa in posizione ottimale e di questa notte non ci si può lamentare.
Ci alziamo tardi e molto lentamente. Tra l’altro il cielo ha una coperura a 8/8 che non da illusioni su un possibile riscaldamento.
Al benzinaio del paese, prendiamo un caffè
Sono tutti molto gentili e curiosi su cosa cavolo ci facciamo lì!
Il gestore mi mostra orgolglioso il suo pick up tutto attrezzzato per andare fuoristrada a sparare con fucili da tiro ad alto calibro!
Ci si mette in strada verso il Glacier, parco ai confini con il Canada.
Le strade di collegamento principali sono nord sud, ma noi si va a nord-ovest, quindi zigzaghiamo per le varie secondarie che restano comunque delle vie battute, infatti chiamasi: track route.
In un walmarket, si mangia un panino, le scampagnate dei giorni scorsi non sono più possibili… troppo freddo e stare un pelo al caldo giova soprattutto a Mauro.
Adesso è il turno di guida della Nenè, io metto a posto qualche filo e scrivo questo diario…
Il paesaggio è sempre più coperto, nelle zone in ombra, di neve.
Le montagne all’orizzonte non lasciano dubbi su come cambierà la prateria a breve.
Enormi stazioni di carico di grano si incontrano ovunque, spazi infiniti con il cielo che gira in bello.
Stiamo per arrivare al parco nazionale, in assoluto il più selvaggio degli Stati Uniti.
Siamo vicini alla meta finale, manca poco… il vento diventa sempre più insistente.
Riusciamo ad arrivare e scollinare il passo verso il Glacier.
Facciamo rifornimento e scopriamo che all’entrata del parco il paesaggio è alquanto spettrale: tutte le finestre dei locali sono sbarrate da fogli di compensato marino, sembra di essere a Miami pronti per l’arrivo di un tornado!
Capiamo ben subito che non c’è un posto per dormire…
Continuiamo verso il confine canadese, mancano una manciata di miglia.
Troviamo in extremis una specie di camp site dove ci sono delle cabine in legno ma senza nessuna presenza umana!
Compare da uno sterrato, su un quad, una signora che pare darci delle informazioni.
Chiama il figlio e si materializza dopo una decina di minuti.
Finalmente troviamo una quadra per poter cucinare e dormire in due cabine che almeno sono riscaldate… è previsto un forte vento e dubitavo sulla possibilità di aprire le tende.
Risolviamo la matassa e passiamo una serata dignitosa al caldo della stufa elettrica.
Domani vedremo se si riuscirà a vedere il Glacier o resterà negli annali… ci attende anche il passaggio dogana che si presenta alquanto impegnativo a livello burocratico.