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Lasciamo il nostro motel abbastanza presto, alle otto abbiamo gia tatto colazione e siamo in strada. Il navigatore indica una decina di km per arrivare al ponte di frontiera…

Non si può sbagliare: arriviamo in un imbuto di perzone che sventolano soldi da tutte le parti! Siamo in un posto veramente a rischio… fortunatamente un ragazzo motomunito, si offre come guida per accompagnarci ad un posto più a sud dove pare ci siano i controlli doganali. La cosa certa è che le frontiere via terra ai mezzi col Venezuela sono chiuse.

Di fiumana in fiumana di persone e taxi arriviamo dove possiamo lasciare il land ed il toyo in vista da possibili rapine. 

Andiamo a piedi tra gente che entra ed esce da un paese fuori controllo… giusto ieri hanno giustiziato il pilota che sorvolo’ il palazzo di giustizia. L’hanno fatto passare per un terrorista colombiano..

Riusciamo in qualche modo a capire che la dogana centrale è all’aeroporto.  Saltiamo in macchina e seguiamo fedelmente il ragazzo volenteroso “Nelson” che ci guida nel traffico.

Finalmente a destinazione abbiamo la possibilità di comunicare con un funzionario donna  che comincia a valutare le carte.

La conferma che sono anni  che la frontiera è chiusa è  ormai certa e Lei non può mettere un timbro di uscita di una porta chiusa.

I  guai stanno solo per cominciare… scopre dai documenti che la land è  importata  da un anno, ma il mio visto sul passaporto è solo di tre mesi.

Secondo la sua interpretazione non è possibile e non possono essere disgiunti… la cosa a noi suona strana ma fatto sta che io sono senza passaporto e carnet… quindi seduti in un freezer attendiamo il ritorno della incaricata…

Secondo questa incaricata ce’ un problema di interpretazione da parte della dogna di entrata di Ipiales… solo che noi che cavolo centriamo? Lasciamo la dogana ed andiamo a mangiare qualcosa in attesa di una fantomatica risposta da parte di Ipiales che dovrebbe arrivare nel primo pomeriggio.

In attesa che passino le ore compriamo dei pezzi di ricambio che ci servivano. La frontiera e’ aperta solo ai passanti e ormai il traffico di mezzi e’ totalmente bloccato, i venezuelani arrivano a flotte per qualsiasi necessita’ primaria: medicine, cure mediche, beni di prima necessita’. Nelson ci ha mostrato i piatti che si trovano attualmente nelle zone disagiate sul fiume orinoco, piccoli coccodrilli, uccelli e uova.

Riusciamo a comunicare nuovamente con la dogana, stessa storia niente di nuovo… ma ci intima di non muovere i mezzi perche’ potrebbero essere sequestrati…

Ora siamo veramente nei guai, io ho riavuto il passaporto e il carnet, ma un paio di persone in uscita dal cancello della dogana ci mette in guardia di aver sentito che vogliono sequestrarci i mezzi e di metterli al sicuro in un garage.

Questa situazione sta prendendo una piega molto rischiosa: stiamo valutando se saltare in macchina e guidare verso nord col rischio di essere blindati al primo ceck point… o attendere che succeda qualcosa domani mattina.

Prevarra’ la seconda ma nel frattempo ho scritto all’ambasciata e al responsabile Aci, al momento siamo buttati in un motel, tutti gli hotel sono chiusi per assenza di turisti… ragazzi che casino!

Domani dovremo prendere una decisione, ma qua se ci vogliono blindare ci mettono un secondo… al momento pensiamo di lasciare il paese prima e spedire a Panama il piu’ presto possibile, ma bisogna arrivarci a Cartaghena

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