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  >  Alfio Lavazza   >  Sulla via del Costarica

Dobbiamo percorrere circa 350 km per il confine.

Non sappiamo nulla di questa paese, nulla di strade e viabilita’, si va come sempre: a sensazione. Le strade dal punto d vista tecnico sembrano scorrevoli e ben fatte, quello che ce’ di sicuro e’ la nutrita presenza di polizia stradale che controlla in maniera minuziosa i limiti… Enrico viene fermato per aver superato il limite di 10 km orari. Poi nulla di che!

La temperatura e’ bella elevata e il paesaggio abbastanza monotono…

Nulla da segnalare fino all’arrivo del paso Canoas dove ce’ il posta di frontiera con il Costarica.

Fortunatamente ce’ ancora luce quando cominciamo a fare i primi sopraluoghi per uscire da Panama.

Per quanto riguarda la parte panamense tutto fila liscio ed in mniera veloce, i controlli doganali del mezzo sono veloci e molto “alla buona”…

Passiamo dalla parte costaricana.

Subto all’entrata ci infilano sotto una specie di autolavaggio per la disinfestazione batterica del veicolo, mi par piu’ una messa in scena che un atto vero e proprio.

Nei nostri programmi’ che durante tutto un anno, avevamo studiato e pensato a casa, non era prorpio previsto di entrare e fermarsi in questo paese… stiamo inventando tutto al momento.

Appena ci presentiamo all’importazione veicoli, il funzionario ci da’ un foglio con tutta la documentazione da produrre… Comincia un viavai di carte e copie infinito… io scopro che non ho i tesserine della febbre gialla!D’altronde non era previsto… recupero le scansioni che ho in una cartella su google drive, cosa che consiglio vivamente a chi viaggia in questo modo, e compiliamo tutti i moduli.

Comincia ad imbrunire e spostiamo anche di un’altra ora indietro gli orologi, siamo a meno 7 dall’Italia.

Il tentativo di ottenere un permesso per un anno per i mezzi viene tranquillamente smontato dall’ufficiale incaricato, dichiarando che i documenti ottenuti in Italia, a suon di euri, e a dir dell’ACI e dei vari ministeri competenti perfettamente riconosciuti dai paesi sottoscriventi, valgono come carta straccia!

E ci risiamo, ora non sappiamo come potremo e dove parcheggiare i mezzi in un paese che autorizza solo tre mesi di permanenza e perdipiu’ non estende il permesso nemeno ad uscire e rientrare…

Per il momento dobbiamo ancora fare tutti i cotrolli doganali e pensare a dove dormire, ormai e’ nottte.

Gasolio lo abbiamo fatto in Panama, costava meno, ne ho per arrivare fino in Nicaragua. Le strade sembrano ben tenute e nesuna presenza di militari e\o polizia. segno che sicuramente il paese e’ tranquillo è abbastanza sicuro.

Troviamo una sistemazione in un albergo sulla strada nella piccola citta di Neyla, hotel abbastanza tranquillo e con il paese ad un km dove possiamo mangiare qualcosa in un locale modesto.

Non abbiamo valuta del Costarica ma accettano senza problema i dollari e non sono nemmeno stozzini col cambio.

Durante la sera cominciamo a prendere contatti per poter organnizare o meglio capire come abbandonare i mezzi senza farceli sequestrare.

Avevamo un po’ tutti trovato degli agganci con degli taliani che vivono qua… purtroppo pero’ nessuno di loro puo’ risolvere questo genere di problema.

Tramite un’applicazione che sto usando su consiglio di una superviaggiatrice, Giuliana Fea, vedo che nella capitale esiste un deposito di un ex meccanico land rover…

Risponde subito a WA e ci dice di andare tranquillamente da lui che se ne parla. Mezzo gaudio!

Ciudad Neyla

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