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  >  Viaggi   >  Stati Uniti   >  Il Canyon visto da ovest e l’ingresso del parco

Questa mattina il programma prevede una veloce colazione e via dritti al West Rim, la zona un po’ più turistica e frequentata da elicotteri in arrivo da Vegas.

Metto tutto in ordine, accendo la Fenice, barbotta, starnazza e si ferma! Mai successo in oltre 25 anni di onorato servizio! Comincio una serie di check, e ne deduco che non arriva gasolio. Si, ma come, fino alla sera prima girava, sempre con il difetto di accensione ma alla fine si metteva in moto.

Questi motori, old style, se c’è gasolio devono andare… comincio con l’ABC.

Alla fine mi insospettisce un trasudamento dal pescante che è collegato al galleggiante, non dovrebbe esserci.

La sera prima l’avevo smontato per controllare una possibile mancanza carburante per il citato difetto di accensione.

Bene, appena lo tocco, si rompe il raccordo di una simil bachelite!

Ora appare tutto chiaro il prolungato difetto e il peggioramento in maniera progressiva. La piccola fessurazione faceva entrare aria nel circuito o meglio, si svuotava da fermo, per non verificarsi in maniera 100% durante la marcia.

Sebbene sia contento perché ho risolto un enigma lungo 5 giorni, mo siamo belli incasinati per ricollegare un raccordo cortissimo al tubo di alimentazione! Enrico ha un sacco di tubi spare, con dell’attacco si adeguano i vari diametri e si calza il tubo carburante al meglio, solite soluzioni posticce che diverranno definitive!

In meno di un’ora si risolve una grana pazzesca. La Fenice parte e comincia a fumare nero come doveva… finalmente torno in possesso dei miei pochi, ma sani, cavalli vapore.

Partiamo alla volta del Grand Canyon, la gita è del tutto organizzata, addirittura non si possono fare foto sullo sky view, ma nel complesso la vista ripaga del biglietto un po’ eccessivo.

A lato strada la consueta insalata e tonno spezza la tratta ben lunga per raggiungere il sud rim, il parco per eccellenza del Grand Canyon.

Siamo un po’ lunghi sui tempi, la 40 che si snoda tra le montagne ci regala degli scrosci importanti e violenti, Mauro non apprezza.

Sono un pelo avanti, ma tanto da non ricevere con il cb… arriva un messaggio che Mauro ha forato, cavoli proprio in autostrada. Tra un’uscita e un rientro, passa una buona mezz’ora. Arrivo per giusto dare una mano con il mio compressore e a buttar dentro il copertone installando una camera del 21 nel cerchio da 16… lo so non si fa ma non ci sono alternative, così è e così se la tiene!

Usciamo a fare benzina proprio sull’innesto della mitica “Route 66”.

Navighiamo nella notte con fari accesi, la temperatura scende ulteriormente, saliamo fino ai 2200 metri di quota, arriviamo, un po’ affaticati a Tusayan, un bel freddo… troviamo un risto messicano per mangiare e ci infiliamo nella pineta per dormire.

Purtroppo il mio riscaldatore non vuole saperne di partire… non ho tempo per smontare e verificare… l’anno scorso per tutto il covid era andato a dovere… sono basito.

Comunque il piumone va il suo, la notte siamo vicini allo zero, ma l’alba ed il sole riscalderanno velocemente l’ambiente.

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