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Ieri sera abbiamo fatto un po’ di baldoria con una cenetta nel nostro tendone da campo. Fa molto caldo sino a tarda notte, poi la temperatura crolla e ti ricorda che siamo pur sempre a 3500 mt di quota. Fortunatamente il riscaldatore funziona, nel caso volessimo un po’ di tepore nelle tende.
Prima di partire per questo viaggio, sia io che Enrico, abbiamo montato dei riscaldatori a gasolio per le tende e per l’abitacolo. Sono dispositivi utilizzati soprattutto sui camion e camper, e ovviamente anche barche. Il problema del funzionamento ad alta quota lo avevamo previsto applicando un compensatore barometrico. Purtroppo la progettazione prevede una quota massima di circa 3500 mt. e quindi al di sopra non riusciamo a farli funzionare…
Riusciamo a partire e scalare i primi tornanti in modo facile e leggero, praticamente si passa da una catena montuosa all’altra per scendere nei salar che fortunatamente in questa stagione sono in secca e con il solo sale affiorante.
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Scolliniamo con i soliti 4700 !
Il primo che si incontra e’ il salar di Arizaro,
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la pista lo attraversa per una trentina di km. Nel centro un cono nero dalle forme perfette! E’ il cono di Arita.
La pista è abbastanza bella e diritta, faccio guidare Luca e lo approccio alla conduzione della Fenice in fuoristrada. Siamo abbastanza tranquilli sulla pista che pare diventare sempre meglio…
Lasciamo questo mare di sale, attraversiamo le rotaie della mitica ferrovia andina e riprendiamo a salire dei tornanti leggeri e con la pista sempre in perfetto stato, dopo gli ultimi giorni ci sembra impossibile! La pista da Pocito e’ affiancata dalla ferrovia, che parte da San Antonio de Los cobres ed e’ famosa per il suo EL TREN DE LAS NUBES, attualmente in fase di ristrutturazione dovrebbe riprendere ad aprile prossimo.
Scendiamo per la pista delle sette curve, almeno cosi’ riportava il cartello. Dinanzi a noi si presenta uno scenario fantastico:una valle con sullo sfondo un salar marrone e con tutt’intorno montagne con le solite varieta’ di colorazione, dopo tanti giorni passati a guidare in paesaggi che ci hanno lasciato sempre meravigliati, riusciamo ancora a stupirci di questi territori selvaggi. Sono ormai molti giorni che battiamo le piste argentine, a differenza della Patagonia notiamo l’assenza quasi totale di mezzi in transito._ALP1927
Gli ultimi km sono un po’ faticosi, l’accumulo delle ore guidate comincia a farsi sentire, entriamo nella cittadina di S.Los Cobres dopo aver valicato l’ennesimo passo a 4600, un vento pazzesco contornato da dust devil ci accoglie all’entrata della cittadina del rame e ci fiondiamo subito alla ricerca di un posto decente per dormire, trovata con quasi imbarazzante facilita’!
Prima di ritirarci andiamo a vedere il passaggio del viadotto del treno delle nuvole, niente di eccezionale ma non ci siamo dovuti sbattere piu’ di tanto. Cena in hotel e cambio valuta.

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