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Ciao banda! E’ passato un’altro anno…

Così quasi senza accorgersene, la “terra del Fuoco expedition” sta per volgere al termine!

No dai non scherziamo… l’idea, quella originaria, era di arrivare a Panama ed imbarcare i mezzi per fare ritorno in Europa, poi io e i miei compagni di viaggio siamo entrati in un loop quasi catartico. 

Siamo a nord, siamo in Colombia. Per il momento l’abbiamo visitata solo in modo marginale per trasferire i mezzi dal confine Equadoregno fino a Bogota’, la capitale. 

A distanza di circa un anno voleremo nuovamente in Sudamerica per ricongiungerci ai nostri mezzi, la mia Fenice (land 110) e la toyo di Enrico oltre al mitico Mauro in sella dell’african twin!

Piu’ volte ho descritto che le “sentiamo”come le nostre estensioni fisiche, ci permettono di realizzare i nostri sogni di viaggiatori, esploratori, anche se ormai non cè piu’ nulla da esplorare…, ma gia’ vivere a stretto contatto con la gente del luogo e on the road, ti permette di fare ogni giorno nuove scoperte.

Siamo partiti quattro anni or sono, per circa 25.000 km abbiamo guidato tra Argentina, Chile, Peru’,Bolivia, Ecuador e Colombia. Su e giu’ da quote insperate, vento e freddo patagonico alternato alle piogge equatoriali… ora ci aspetta un mese alla scoperta della Colombia.

Non sappiamo cosa troveremo e cosa riusciremo a combinare in questo giro, nel corso degli ultimi mesi abbiamo dovuto variare percorsi e destini in maniera significativa: la situazione del Venezuela, il deposito futuro dei  mezzi, dei piccoli imprevisti della vita a casa… hanno fatto si che dovessimo stare sul pezzo in continuazione.

In Venezuela, volente o nolente dovremo comunque mettere le ruote, notizie ci danno le frontiere funzionanti e congestionate da file  chilometriche di persone in cerca di beni di consumo… Dobbiamo timbrare documenti doganali e quindi dovremo armarci di pazienza e spirito di sacrificio!

Pare, ma solo l’esserci potra’ confermare le voci, che la situazione non è da prendere alla leggera… sempre piu’ spesso vengono confermati atti di criminalita’ diffusa per lo stato in cui sta’ versando la popolazione venezuelana, dovremo stare in campana ed evitare rischi inutili.

La cosa che al momento pare certa è che abbiamo trovato disponibilita’ per lasciare i nostri mezzi a Medellin presso un conoscente italiano che si adopererà per custodirceli fino al nostro ritorno.

Doveva finire cosi’, a Panama.

Se Dio lo vorrà spostiamo l’asticella un po’ piu’ in su: Alaska. Ma questa è un’altra storia…

Comments:

  • Manu

    4 Febbraio 2018

    Vi seguo sempre!!! Mille baciz

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