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Il campo base che ci iamo trovati, non era male, il vento trattavasi di termico ha cessto e le stelle erano incredibilmente vicine, nel silenzio piu` assoluto.
Quindi? quindi io non ho praticamente chiuso occhio, non tanto per la quota , ma per una fissa creata dal mio cervello su un fantomatico dolore alla spalla appena operata. Sicuramente il materasso della tenda e` leggermente piu` duro, costringendo la spalla ad abbassarsi, ma non credo sia stato solo quello il motivo.Ho avuto la sensazione di una notte sul freddo spinto, quindi vesito da montagna e con un giubbotto con cappuccio mi sono infilato in due sacchi di piumino, sbagliato nulla alla mattina ore sei meno 12,5 gradi…
primo problema tutta l`acqua rimasta fuori e non era ghiacciata, la moto di Mauro bloccata con l`olio gelato. Fatto colazione blindati nel land con riscaldamento a manetta, abbiamo atteso che l`astro caloroso facesse il suo dovere, in poco tempo la temperatura e` salita sino a rendere possibile muoversi con tranquillita`. Trascinata la moto di Mauro per qual centinaio di metri, siamo riusciti ad accenderla e ci siamo preparati alla ricerca della pista per il vulcano Lascar.

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Poco furi dal campo ci si preseta la laguna a specchio con i vulcani sullo sfondo, uno spettacolo impagabile…
con l`aiuto di alcuni ragazzi vulcanologi francesi, dopo aver sbagliato la pista , riusciamo a portaci sotto il sentiero che conduce alla caldera del Lascar a 4900 mt.
La salita e` ben segnata e con calma saliamo sul terreno caldo e morbido del lato sud del vulcano.
A circa 5400 mt, piu` o meno la quota del campo base dell`Everest, ci si può affacciare sulla caldera dove diversi fumaioli saturi di zolfo rendono l`aria non propio respirabile. Diamo fondo alle ultime energie e arriviamo in vetta con una vista fantastica.
Durante la discesa devio dal sentiero incuriosito dal rimanente ghiacciaio, mi ricongiungo successivamente con Mauro ed Enrico.
nel programma di oggi c`e` la discesa verso San Pedro, ma un imprevisto all`ammortizzatore del toyo fa si che dobbiamo lavorare un attimino in quota prima di riprendere la pista.
Con una sparata di un centinaio di km arriviamo alla cittadina di san Pedro in un caldo torrido, fortunatamente in discesa rapida al calar del sole.
Troviamo posto nell`unico campeggio presente, veramente di basso livello, qui ci sono tutti hostel, ma con difficolta` per posizionare le macchine.
Assoldiamo una guida per salire il vulcano Saricabur, poco meno di semila metri, per domani mattina. stacco e cerco di dormire anche per ieri notte!

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Comments:

  • 22 Dicembre 2015

    Questo articolo è senza ombra di dubbio scritto come si deve, come tutto il il blog
    generalmente. Son un assiduo affezionato, complimenti.

    ulteriori trucchi sono disponibili a codesto blog

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