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  >  Alfio Lavazza   >  Girando sulle alture degli Altai

Lasciamo il campo e ci dirigiamo lungo il confine tra Cina e Mongolia.

Le vette sono importanti e le piste in pessimo stato.  La conformazione del terreno non può dare risultati migliori… pietraie e grossi massi mettono a dura prova il team.

Fortunatamente il paesaggio è spaziale, guidiamo su passi che ricordano la nostra esperienza andina.

Ha nevicato credo ieri ed il paesaggio è magico. Freddo fa freddo… arriviamo a svalicare in punti sui 3000 metri.

Sulle piste si incontrano dei cimiteri kazaki. Moltissimi pastori sono mussulmani e alcuni ti ringraziano in lingua russa: spasibo.

Tombe kazako

Continuiamo il nostro peregrinare  su e giù per le montagne arriviamo sino ai laghi di … dove dovremmo avere una gher per la notte.

Prima di accamparci facciamo un trekking di qualche km per visitare delle modeste cascate…

Rientriamo alla base e accendo un fuoco per la griglia. Ho comprato del cosciotto di maiale da fare alla brace: la cosa che mi lascerà di stucco è il grasso. Incredibilmente compatto gustoso e piacevole.

Mangiamo tutti nella grande gher riscaldati dalla solita stufa la cui forma ricorda una chitarra dove alla partenza del manico parte il tubo di scarico.

Scaldano parecchio. Purtroppo ci portano poco carbone e quindi il tutto si spegne ben presto. Alla mattina chi doveva accendere la stufa non si è presentata…

La temperatura è un paio di gradi sottozero, si dorme comunque nei sacchi in maniera dignitosa. L’unico problema è la branba: o usano delle reti metalliche che andrebbero per il jump o dei materassi della consistenza del calcestruzzo!

La fase più complicata sarà la mattina: ghiaccio ovunque e dobbiamo ricomporre le tende.

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