
Ulan Baatar

Il volo con lufthansa da Francoforte dobbiamo dire che è stato gradevole e comodo.
Se mai arrivare le 5 del mattino a ulan può essere un pò complicato… ci viene a recuperare la moglie di geerle, la strada completamente deserta ci riporta nella capitale mongola a distanza di quasi un anno.
Il turismo in questo periodo è decisamente attivo e abbiamo faticato a trovare posto adeguato in centro.
Il city tower, laterale alla piazza principale, offre un buon compromesso . Purtroppo dovremo attendere fino a mezzogiorno, o meglio le nostre signore, prima di prendere possesso delle stanze.
Io ed Enrico dobbiamo incontrarci con saajia, la nostra guida, per andare in dogana e capire come prendere possesso della Fenice.
La prima impressione è di ritrovare una città completamente rivisitata da quella lasciata lo s orso novembre: colorata, attiva e con un traffico apparentemente più vivibile.
Il deposito doganale è leggermente fuori dal centro e in questa mattina presto il caos non interessa ancora la nostra zona. Si attende per una buona ora che ci portino le chiavi e documenti dei mezzi in un bar in zona.
Il clima è decisamente fresco e la maglietta è decisamente insufficiente per non sentirsi a disagio…
In una via decisamente mal messa e polverosa arriviamo nulla warehouse dove in lontananza intra edo l’aircamping della Fenice. Gli uffici sono nuovi e tutti ben tenuti.
Dopo il freddo inverno dove i mezzi erano rimasti al coperto, la dogana ha voluto si spostassero qua ed erano stati prodotti una serie di documenti di deposito.
Ovviamente è impossibile per chiunque non madrelingua pensare di operare qua ed è per questo che Saajia ci sta assistendo in queste fasi.
Passa la mattina e si susseguono sportelli … alla fine capiamo che i moduli ci vogliono fare depositare una cauzione di oltre 10k euro per poter guidare la Fenice fino alla dogana di Tashanta.
Sospetto che io ho sempre avuto dal momento in cui la dogana ci ha fatto spostare i fuoristrada nel loro deposito.
Ritorniamo nelle dogane centrali per discutere il dafarsi e cominciamo ad infilarci nell’imbuto cosmico del traffico di UB!. Sembra che il modulo 700 che ci avevano proposto sia errato e che non debba essere applicato…
Rientriamo alla warehouse con caldo e traffico bestiale. Io ed Enrico siamo belli cotti dal fuso e dalla stanchezza.
Lo sfinimento psicologico di queste operazioni ti porta al limite della sopportazione.
Riesco a vedere ed avvicinare la Fenice quel tanto che basta per collegarmi via BT ai sistemi di bordo e verificare che le batterie siano cariche…
Siamo ormai a fine giornata e compiliamo una richiesta di rilascio dei mezzi che sarà presentata agli uffici preposti per essere autorizzati a guidare una ventina di giorni in Mongolia…

Riprendiamo una macchina fermata sulla strada con una sorta di codice non scritto: si muove la mano sul polso richiedendo un passaggio… se ha voglia ed è libera ti carica.
Poi con una scansione di un codice QR gli paghi il disturbo:3 euro…
Arriviamo in città alle 18, cotti e rimbambiti come non mai. La Nene’ e Monica sono in giro per compere… noi ci riposiamo un’oretta e andiamo a cena in un bel ristorante.
Si beve una birra e si cerca di elaborare delle strategie per l’indomani.
La città è viva e giovane come non mai… la stanchezza e lo stress devono essere controllati e quindi a letto pensando al domani.