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La notte riusciamo a dormire in maniera civile anche se l’alberghetto e’ propio sulla via pricipale transitata dai tir. Facciamo colazione al bar sotto le camere, abbiamo appuntamento verso le otto e trenta agli uffici della dogana, per l’ennesima volta… L’incaricata e’ gia’ al posto di combattimento e ricominciamo la solfa delle convinzioni reciproche. Riceve la mail dal posto di dogana dove, un anno fa, avevamo registrato l’entrata dei mezzi. Non riesco a leggere cosa hanno scritto… La signora chiude il monitor e se ne va negli uffici a noi sconosciuti.

Attendiamo nuovamente una buon ora e mezza… siamo sulla via della ribellione, non ne possiamo piu’ di queste snervanti attese continue. Le donne sono andate o dovrebbero, essere andate a cambiare dei soldi all’aeroporto. In strada la possibilita’ era elevatissima ma visto lo stato di confusione totale della zona di frontiera riteniamo piu’ sicuro andare la… Finalmente si materializza la nostra incaricata con un nutrito gruppo di personaggi tesserino muniti… finalmente possiamo cominciare a discutere… Tutta la delegazione sostiene che, per una legge interna del paese, la permanenza del mezzo e’ strettamente legata al visto di immigrazione d’ingresso. A noi la cosa ci lascia al quanto perplessi… vero pero’ che ogni stato regola da se le proprie leggi. Detta cosi’ equivarrebe ad una multa di 6.600.000 pesos per il periodo di “scoperto” dei mezzi nel suolo colombiano. Una cosa pero’ non considerano: l’ufficiale che ci timbro’ il documento ne ci informo’ ne mise limitazioni alla scadenza del nostro documento… su questo noi ci abbiamo ricamato un poema giustificando la nostra ignoranza!

Finalmente veniamo ad un punto d’incontro: loro ci lasiano andare senza emettere fermi del mezzo ai ceck poit di controllo, e noi faremo il possibile per uscire dal paese al piu’ presto. Resta sempre la possibilita’ che in dogana a Cartagena si riproponga lo stesso discorso. Finalmente usciamo dagli uffici che abbiamo oltremodo frequentato… ci avviamo decisi a guidare lontano da questa cittadina alquanto complicata. La strada che porta verso nord, nel territorio della Guajra, costeggia in parte la zona di confine del Venezuela, e’ territorio di montagna e infestata da criminali comuni. Nel mezzo della boscaglia si incontrano motociclette con carichi impressoneti di fusti di benzina, ho fatto due conti e ne portano circa 230 litri a testa… pazzesco! Passiamo un paio di paesi e usciamo dopo circa cinque ore da questo tormentone di curve, da quando siamo in Colombia, abbiamo guidato 1500 km e tutte di curve! Finalmente arriviamo nella pianura che conduce verso la Ruta del sol. Poco prima della citta’ di Aguachica troviamo una piccola finca, visto la zona non propriamente sicura, chiediamo ospitalita’ alla famiglia che ci vive… ovviamente concessa. Ceniamo in maniera favolosa all’italiana e invitiamo i tenutari a bere un caffe’ e scambiare quattro chiachiere. Anche loro ci confermano che ci sono molti delinquenti che rapinano le macchine sulla via. La temperatura e’ salita molto, 34°… la sera si sta bene. Domani sara’ meglio tenere gli occhi belli aperti e nel dubbio mai mollare, il gas!

Guidando verso nord

L’equipaggio della Fenice

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