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  >  Viaggi   >  Centro Americhe   >  Guerrero, le dune e la rottura.

Il risveglio nell’oasi non è malvagio… non freddissimo e soprattutto senza troppa umidità.

Quest’anno i riscaldatori li stiamo facendo andare alla grande: finalmente non abbiamo problemi di quota e funzionano più che bene.

Ci sono circa 13-14 gradi, ma l’arietta calda di certo non dà fastidio.
All’alba vado a qualche centinaio di metri per fare degli scatti ad un laghetto con un sacco di palme da dattero… sembra di essere in Tunisia.
Ci tiriamo insieme e partiamo verso Guerrero Negro, la zona è abbastanza conosciuta per le saline e una zona di dune.Visitiamo la piccola chiesetta in stile vista centinaia di volte nei film di Zorro e lasciamo il paese di San Ignacio.
Il paesaggio è semidesertici, strada impeccabile, è  la Mex 1, velocità più che dignitosa!
Entriamo nelle saline di Guerrero poco prima dell’ora di pranzo.
Belle e senza tante menate di biglietti finiscono in una grossa baia dove si può uscire e campeggiare per l’avvistamento delle balene.Nel centro del paese troviamo un piccolo buco per mangiare del cibo messicano, sono tutti molto gentili e cordiali. Qua, mi sembra di capire, gli unici turisti che vedono sono americani con moto e quind preparati che saltano lungo la costa divertendosi come matti. Forse più semiprofessionisti a vedere i mei che circolano.
Usciti dal ristoro bruciamo con naturalezza uno stop, qua sono veramente beffardi, e tutti e tre veniamo fermati dalla polizia locale!
Un po’ di moina e riesco a convincere il boss che siamo italiani e facciamo fatica a comprendere la loro segnaletica!
A proposito di controlli, questo è forse il primo serio, a parte una multa ad Enrico per aver bruciato un rosso… per il resto io tutte ste storie di controlli e tentativi di approfittarsi non ne ho visti.
Aumentano di sicuro i controlli militari sulla strada: armati e schierati, normalmente su di un pick up, effettuano controlli l’attrezzatura interna della Fenice…In una macchina avanti a noi, scende un uomo, deposita una bifilare, due caricatori pieni, e dopo registrazione ricarica e se ne va…
Siamo messi abbastanza bene con l’orario, andiamo sulle dune bianche che si immergono nel mare, niente di che tranne che di sabbia molle impregnata dal sale!
Riprendiamo la M1 e il paesaggio diviene arido e con zone sempre più fitte di cactus, le radio funzionano bene, Enrico non ha più l’ampli, questo non gli permette di coprire grandi distanze.
C’è un incidente, pericoloso perché in una valletta, tra una comunicazione e l’altra io non capisco che la Toyota di Enrico ha dei problemi e deve fermarsi.Tra un’attesa e l’altra, percorriamo tutta la distanza che avevamo programmato, il fatto che loro non arrivano mi fa tornare sui miei passi dopo aver lasciato la Nene, Luca e Mauro al camp site a Catavina.
Ormai il sole è andato, un tramonto spaziale si intravede negli specchietti, camion velocissimi sfrecciano contromano incutendo rispetto, i catarifrangenti sulla carreggiata fanno il loro sporco mestiere.
Finalmente dopo circa 60km, intravedo la fuoristrada dei Rossetti che, contromano, stanno arrivando.
Avevano cercato di avvertirci ma come spiegato non ci siamo capiti… si è tranciata la barra panard, Enrico ha dovuto farla saldare in un paesino.
Recuperiamo la strada e troviamo un ristorante nella cittadina, torniamo nell’RV park, apriamo le tende sotto una stellata degna di nota, siamo in pieno deserto e con pochissima umidità.

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