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  >  Viaggi   >  Sud America   >  Equador   >  Cotopaxy, il parco e il vulcano per eccellenza.

Pur essendo a 3200 mt, non è freddo ma solo un pochino umido. La notte si è pulito e si vedevano le stelle, poi appena si è raffreddato la nebbia ha avvolto tutto il nostro campo.

Facciamo una buona colazione ed abbastanza abbacchiati ci avviciniamo all’entrata del parco dove non si paga nulla ma si fa una registrazione passaporto.

Arriviamo verso alla laguna dove la nebbia lascia un piccolo spiraglio di luce, niente di che , potremmo essere in pianura padana, a parte la quota, che sarebbe uguale!. La pista che sale per il parcheggio è bella e con un po’ di movimento… la sensazione è che si stia aprendo…

Infatti, un sprazzo, un flasch e si intravede la cupola nevosa del vulcano Cotopaxy! Non mi da nemmeno il tempo di fare uno scatto… al parcheggio decidiamo di salire fino al rifugio, ma fu piu’ centrato: appena cento metri sopra la nebbia si dirada e lascia spazio allla immensità del vulcano.

Avevamo programmato una salita su questo “cucuzzolo”, purtroppo i suoi 5850 metri restano ormai inviolati da oltre un anno e mezzo. L’attività vulcanica è costante e quindi tutte le gite sono annullate per sicurezza. un grande pennacchio di zolfo sale per la caldera la in alto.sa6_4762

Appagati e soddisfatti facciamo un giro per il parco per ritornare nella villa che ci aveva ospitato questa notte e consumiamo le ultime scatolette!

riprendiamo l’autopista per Quito arrivandoci con la luce! E gia’ questa volta siamo davvero in anticipo! Tantè che riusciamo a infilarci nell’unica zona pedonale della capitale… nessun problema, spostiamo dei blocchi e procediamo verso la piazza principale per trovare informazioni sugli alberghi.

la zona turistica è a pochi isolati da noi, troviamo una sistemazione in un hostal dignitoso e splittiamo le macchine perchè un posto per tutte e due non si trovava. La zona è estremamente tranquilla e sicura, ci lasciamo andare in happy hours a pioggia! Domani gita guidata per la città che sembra bella.

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